Romanico lombardo

Atrio e facciata di Sant'Ambrogio, Milano

Il romanico lombardo si sviluppò tra gli ultimi decenni dell'XI secolo e il XII secolo nell'area della Lombardia storica, comprendente anche l'Emilia e una parte del Piemonte (non va infatti dimenticato che nel medioevo, come pure fino a quasi l'unità d'Italia, il toponimo "Lombardia" veniva utilizzato per indicare gran parte dell'Italia settentrionale[1]) e influenzò una larga parte dell'Italia, fino all'Umbria, alle Marche, al nord del Lazio, ed in parte anche la Puglia e la Sardegna.

La Lombardia fu la prima zona italiana a ricevere le novità artistiche dall'Oltralpe, grazie all'ormai secolare movimento di artisti lombardi in Germania e viceversa, ma soprattutto a esportare tecniche costruttive avanzate come ad esempio le volte in pietra e anche caratteri stilistici come gli archetti pensili e le lesene (non a caso chiamate in Francia bandes lombardes).

Dal 2007 il Consiglio d'Europa ha promosso un Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa ideato per valorizzare, studiare e promuovere il patrimonio artistico e la conoscenza dell'arte romanica in Europa: Transromanica, individuando, nell'ambito del romanico lombardo, tre monumenti di particolare interesse: il duomo di Modena, la basilica di San Michele Maggiore a Pavia e l'abbazia di Vezzolano[2].

  1. ^ Lombardia, su treccani.it.
  2. ^ Home, su transromanica.com.

Romanico lombardo

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