Sebenico città | |
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(HR) Šibenik | |
Da sinistra in alto: panorama della città, convento di San Francesco, convento di San Lorenzo, chiesa di Santa Barbara, Cattedrale di San Giacomo, la biblioteca civica Juraj Šižgorić, l'hotel Mandalina, la Fortezza di San Nicolò. | |
Localizzazione | |
Stato | Croazia |
Regione | Sebenico e Tenin |
Amministrazione | |
Sindaco | Željko Burić (HDZ) |
Territorio | |
Coordinate | 43°44′02″N 15°53′44″E |
Altitudine | 0 m s.l.m. |
Superficie | 399,5 km² |
Abitanti | 42 599 (Censimento 2021) |
Densità | 106,63 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 22000 |
Prefisso | 022 |
Fuso orario | UTC+1 |
Targa | ŠI |
Nome abitanti | sebenicensi o sebenzani |
Patrono | San Michele Arcangelo |
Giorno festivo | 29 settembre |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Sebenico (AFI: /sebeˈniko/[1]; in croato Šibenik, [ˈʃibɛnik]) è una città della Croazia di 46 372 abitanti, capoluogo della regione di Sebenico e Tenin, situata nella regione storica della Dalmazia lungo il mare Adriatico, presso la foce del fiume Cherca in una baia naturale che è collegata al mare dal canale di Sant'Antonio[2][3][4][5][6].
Sebenico è la più antica città fondata dai croati sulla costa adriatica, citata per la prima volta su documento nel 1066, dove viene chiamata Krešimirova, nome in seguito mutato in Šibenik, poi tradotto in italiano in Sebenico.
Nel 1412 Sebenico entrò nei Domini da Mar della Repubblica di Venezia, rimanendoci fino alla sua caduta, che avvenne nel 1797.
Dopo la caduta della Repubblica di Venezia Sebenico entrò a far parte dell'Impero austriaco in seguito al trattato di Campoformio, che venne firmato nel 1797, rimanendovi, salvo un'interruzione dovuta alla dominazione francese durante l'epoca napoleonica, che in questa zona perdurò dal 1805 al 1813, fino alla fine della prima guerra mondiale (1918), dopo di che entrò a far parte del Regno di Jugoslavia.
A partire da quest'ultimo evento iniziò l'esodo di una parte consistente degli italiani e degli italofoni della Dalmazia, tra cui i sebenicensi italiani, verso Zara, Lagosta, che invece erano annesse al Regno d'Italia, e verso l'Italia stessa.
Nel 1941, durante l'invasione della Jugoslavia, operazione militare della seconda guerra mondiale, Sebenico fu occupata militarmente, così come tutta la Dalmazia, dalle truppe italiane del Regio Esercito, per poi venire inquadrata nel Regno d'Italia all'interno della provincia di Zara, che fu nell'occasione ampliata.
A seconda guerra mondiale terminata, Sebenico è tornata alla Jugoslavia per poi passare, in seguito alla dissoluzione di quest'ultima, alla moderna Croazia.
A Sebenico sono presenti due edifici storici che sono stati inseriti nell'elenco dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO, la cattedrale di San Giacomo e la fortezza di San Nicolò, quest'ultima facente parte del circuito culturale UNESCO delle opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale. Come conseguenza, la maggiore risorsa economica di Sebenico è il turismo, il cui peso sull'economia locale è cresciuto costantemente.