La seconda guerra punica (chiamata anche, fin dall'antichità, guerra annibalica[9]) fu combattuta tra Roma e Cartagine nel III secolo a.C., dal 218 a.C. al 202 a.C.,[10] prima in Spagna e Italia (per sedici anni[11]) e successivamente in Africa.
La guerra cominciò per iniziativa dei Cartaginesi, che intendevano recuperare la potenza militare e l'influenza politica perduta dopo la sconfitta subita nella prima guerra punica; è stata considerata anche dagli storici antichi il conflitto armato più importante dell'antichità per il numero delle popolazioni coinvolte, per i suoi costi economici e umani, e soprattutto per le decisive conseguenze sul piano storico, politico e quindi sociale dell'intero mondo mediterraneo.[12]
Contrariamente alla prima guerra punica, che fu combattuta e vinta essenzialmente sul mare, la seconda fu caratterizzata soprattutto da grandi battaglie terrestri, con movimenti di enormi masse di fanterie, elefanti e cavalieri; le due parti misero in campo anche grandi flotte, che tuttavia svolsero principalmente missioni di trasporto di truppe e rifornimenti.
Il condottiero cartaginese Annibale Barca fu indubbiamente la personalità più importante della guerra; avendo giurato da bambino "odio eterno" per Roma su istigazione del padre Amilcare Barca, generale nella prima guerra punica, egli riuscì a scatenare la guerra espugnando la città alleata dei romani Sagunto, per poi invadere la penisola italica ottenendo numerose vittorie e minacciando la stessa Roma, ma l'isolamento geografico dalla madrepatria e la difficoltà nei rifornimenti lo portarono alla sconfitta dopo oltre quindici anni di guerriglia.[13]
«Di tutto quello che capitò ai due stati, Roma e Cartagine, il responsabile fu un solo uomo e una sola mente: Annibale»
Anche se la narrazione tradizionale del conflitto si concentra soprattutto sulla campagna di Annibale dalla Spagna cartaginese al sud Italia, in realtà tutto il Mediterraneo fu direttamente e indirettamente coinvolto.
Teatro di scontri terrestri furono Spagna, Sicilia, Sardegna, Malta, Gallia cisalpina, Italia, Illiria, Grecia e Africa. Il conflitto venne deciso in favore di Roma proprio dalle brillanti vittorie in Spagna e Africa di Publio Cornelio Scipione, che per aver vinto proprio Annibale a Zama verrà insignito del titolo de "l'Africano", e la strategia attendista attuata da Quinto Fabio Massimo Verrucoso avente il fine di bloccare il cartaginese nel sud Italia.
Alcuni studiosi hanno definito la seconda guerra punica una "guerra mondiale dell'antichità".[14]
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore PolibioIII35.1
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore AppianoVII,1,4