La sica era una spada corta o grande pugnale degli antichi Sicani, Illiri, Traci e Daci, usata anche a Roma, originaria della cultura di Hallstatt. Originariamente era raffigurata come una spada ricurva (vedi il mosaico di Zliten e numerose lampade a olio) e molti esempi sono stati trovati in quella che è oggi Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Serbia e Romania. È raffigurata anche sulla Colonna Traiana; in particolare il re Decebalo è raffigurato mentre muore suicida con una sica.
I romani consideravano la sica un'arma propriamente illirica. La sica era l'arma da mischia principale tra gli Illiri.[1] Secondo lo storico John Wilkes:[2]
Sebbene una corta spada ricurva fosse usata da diversi popoli del Mediterraneo, i Romani consideravano la "sica" come un'arma propriamente Illirica usata dal "sicario" (sicarius)
Mentre le prime sicae si presentavano con lama a un solo taglio, quelle successive erano evidentemente a doppio taglio. La forma specifica era progettata per aggirare i lati dello scudo del nemico, pugnalarlo o trapassarlo dalla schiena. Siccome l'avversario abituale del gladiatore trace era il mirmillone dotato del grande scudo (lo scutum), un'arma come la sica era necessaria per rendere il duello più equilibrato ed eccitante.
La sica era l'arma comunemente usata dai Sicani (da cui deriva il termine sicario) e dai Traci, ed è visibile nelle loro mani lungo tutta la Colonna traiana.