Solido (moneta)

Leone I
DN LEO PE-RPET AVC, busto di tre quarti, con lancia sulla spalle e scudo decorato. VICTORI-A AVCCC, Vittoria stante con lunga croce; in esergo CONOB, officina S.[1]
AV 4,48 g; 462-473 zecca di Costantinopoli.

Il solido era una moneta d'oro coniata nell'Impero romano: fu inizialmente introdotta da Diocleziano (284-305), successivamente e in forma diversa fu Costantino I nel 309/310 a reintrodurla. Fu usata in tutto l'Impero Romano d'Oriente fino al X secolo. La moneta sostituì l'aureo come principale moneta d'oro dell'Impero Romano.

La moneta veniva emessa ad un valore teorico di 1/72 di libbra romana (circa 4,5 grammi). I solidi erano più larghi e sottili degli aurei, ad eccezione di alcune emissioni dell'Impero Bizantino, più simili all'aureo. Il peso e la finezza del solido rimasero relativamente costanti per tutto il periodo della sua produzione, con poche eccezioni. Vennero prodotte anche delle frazioni del solido, chiamate semisse (mezzo solido) e tremisse (un terzo di solido).

I termini "soldo", "soldato", "assoldare", oggi nell'uso corrente della lingua italiana, così come l'inglese "soldier" ed il tedesco e francese "Soldat", derivano proprio dal termine "solidus"[2][3].

  1. ^ La Vittoria che regge una croce ingioiellata è comune a molte monete bizantine dell'epoca.
  2. ^ Fonte Etimo.it
  3. ^ Ugo Angelo Canello, Il prof. Federigo Diez e la filologia romanza nel nostro secolo, in Rivista Europea, Ed. Tipografia dell'Associazione, Firenze, 1872

Solido (moneta)

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