Storia dell'Egitto

Voce principale: Egitto.

La valle del Nilo forma da sempre un'unità geografica ed economica, circondata com'è da deserti ad ovest e ad est al Nord dal mare e a Sud dalle cateratte del Nilo.

La necessità di avere una singola autorità che gestisse le acque del Nilo portò alla creazione del primo stato al mondo, intorno al 4000 a.C., ma forse anche prima. Questa esigenza fece sì che le tribù nilotiche imparassero a vivere assieme sotto l'autorità di capi villaggio (detti, poi, dai Greci nomarchi). Attraverso alterne vicende, sviluppatesi per più di mille anni, i nomarchi scontrandosi ed alleandosi tra loro dettero infine forma a due Regni, l'Alto Egitto al Sud e il Basso Egitto al Nord, che vennero unificati in uno solo da Menes, considerato il fondatore della I dinastia, cui seguirono numerose altre dinastie fino alla conquista persiana di Cambise II e al successivo restauro sui generis del generale di Alessandro Magno, Tolomeo I Soter.

Quando, infine, l'Egitto fu sottomesso dai Persiani, non riuscì più a liberarsi dal dominio straniero, e per 2.300 anni fu governato da: Persiani, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Armeni, Curdi, Turchi e Britannici.

Il presidente Gamāl ʿAbd al-Nāser disse di essere il primo Egiziano nativo ad esercitare il potere sovrano sull'Egitto, dai tempi dell'ultimo sovrano Nectanebo II, deposto dai Persiani nel 341 a.C., e non si trattava di un'esagerazione.

Lo storico greco Erodoto (V secolo a.C.) definì l'Egitto "un dono del Nilo", alludendo al fatto che la maggior parte del territorio egiziano è desertica e solo lungo la valle e il delta del grande fiume, oltre che nelle oasi, è possibile l'insediamento umano. Lungo il Nilo, le periodiche piene hanno consentito sin dall'antichità l'irrigazione delle terre e lo sviluppo dell'agricoltura, ponendo così le basi della luminosa civiltà egizia, che raggiunse il suo culmine nella seconda metà del II millennio a.C. con i sovrani del Nuovo Regno. Dopo un lungo periodo di declino, l'Egitto rinacque sotto la dinastia dei Tolomei (323-30 a.C.), i sovrani di origine macedone insediatisi nel paese dopo la sua conquista da parte di Alessandro Magno nel 332 a.C. Alessandria d'Egitto, la nuova capitale, divenne principale centro culturale del Mediterraneo e il suo prestigio sopravvisse alla dominazione romana (30 a.C. – 394 d.C.) e a quella bizantina (395-639 d.C.).

Tra il 639 e il 646 gli arabi assunsero il controllo dell'Egitto, portandolo nell'orbita dell'Islam, anche se la conversione alla nuova religione da parte della popolazione egiziana procedette lentamente.

Nel 1517 l'Egitto cadde sotto il potere dei turchi ottomani; dal 1798 al 1801 venne occupato da Napoleone Bonaparte.

Occupato militarmente dai britannici nel 1882 dopo la guerra anglo-egiziana, l'Egitto mantenne formalmente la propria indipendenza ma in realtà il governo britannico, rappresentato sul posto da un console generale con pieni poteri, controllava completamente l'amministrazione e le forze armate egiziane; nel 1922 l'Egitto divenne poi una monarchia indipendente (1922) ma sempre sotto il controllo del Regno Unito. Nel 1952 una rivolta militare rovesciò la monarchia e l'anno successivo fu proclamata la repubblica, di tipo presidenziale, con a capo Nasser.

Nel 1956 la nazionalizzazione del canale di Suez causò una grave crisi internazionale e una guerra con Israele, che occupò la penisola del Sinai e la striscia di Gaza. Le tensioni con Israele sfociarono in un nuovo aperto conflitto nel 1967 (Guerra dei Sei Giorni) e nel 1973 (Guerra del Kippur). Solo nel 1979 i due Stati conclusero accordi di pace che sancirono il ritorno del Sinai all'Egitto.


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