Messina venne fondata dai Greci secondo Eusebio di Cesarea nel 757 a.C.,[1] con il nome di Zancle che in Lingua sicula significa Falce. Tale data però risulta fortemente in contrasto con quanto detto da Tucidide che, pur tacendone la data di fondazione, la indica di origine calcidese e cumana.[2] Essendo la fondazione di Cuma, da cui provenivano gli ecisti, del 750 a.C., appare evidente l'inaffidabilità dello storico latino. Conquistata dal tiranno di Reghion, Anassilao, viene occupata da genti messene e per questo appellata Messenia. Subisce le vicende della spedizione ateniese in Sicilia e in seguito alla terza guerra greco-punica viene distrutta e spopolata per la vendetta di Imilcone a seguito della battaglia di Mozia (397).[3]
I Romani la conquistarono nel 264 a.C. e, dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, fu prima in possesso dei Bizantini[4] e quindi degli Arabi. Vive il suo massimo splendore con Ruggero II di Sicilia[5] e i suoi successori. Nella sua antichissima storia fu più volte Capitale del Regno di Sicilia.[6]
Nel 1060 venne strappata dal Gran Conte Ruggero I di Sicilia all'ormai in rovina Emirato di Sicilia. Entrata a far parte integrante, come seconda capitale, del Regno di Sicilia, conobbe un grande sviluppo con le dinastie sveva e angioina, il Regno di Sicilia, fino al 1283, comprese anche tutta l'Italia meridionale. Dopo i Vespri Siciliani, Messina raggiunse grande prosperità,[7] continuando ad essere capitale del Regno di Sicilia assieme a Palermo e, grazie al suo porto, uno tra i primissimi centri commerciali e tra le più grandi, fiorenti ed importanti città del mar Mediterraneo.
Fu per lunghi secoli la città siciliana più ricca, seconda nel Mezzogiorno d'Italia solo a Napoli. Nel 1674 si ribellò alla Corona di Spagna e ne subì successivamente la repressione. Fu toccata da un grave terremoto nel 1783. Entrò a far parte del Regno d'Italia dopo la spedizione dei Mille garibaldina, anche se la cittadella cadde solo il 12 marzo 1861.
Nel 1908 subì le distruzioni di un altro terribile terremoto e ancora dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.