Il telescopio ottico è uno strumento ottico ideato e usato per l'osservazione extraterrestre (astronomia e studio dei corpi celesti) nel dominio delle radiazioni elettromagnetiche visibili. Può essere realizzato mediante l'uso di lenti, e in questo caso si parla di telescopio rifrattore, oppure mediante l'uso di specchi, e in questo caso di parla di telescopio riflettore; oppure con uno schema misto di questi elementi, detto telescopio catadiottrico.[1]
Il telescopio ottico è costituito essenzialmente da uno o più elementi ottici che raccolgono e focalizzano la luce (l'obiettivo) e da un tubo ottico calcolato e proporzionato alle caratteristiche del obiettivo e del sistema utilizzato; questa è anche la forma semplice cui i telescopi vengono venduti commercialmente, ma per terminare la costituzione minima e funzionante, ogni telescopio necessita di un secondo gruppo di elementi (l'oculare) per l'osservazione diretta con l'occhio, oppure di un elemento sensibile per la ripresa delle immagini fornite dal obiettivo (lastra, pellicola o sensore foto-cine-video).
Il termine telescòpio è derivato dal lat. mod. telescopium, coniato nel 1609 e divulgato nel 1611 per denominare lo strumento ideato da Galilei (il cannocchiale), sull’esempio del gr. τηλεσκόπος «che vede lontano».[2] Tuttavia, il cannocchiale si differenzia dal telescopio, in quanto fornisce immagini non ribaltate (raddrizzate), è solitamente costituito da lenti (e non specchi), ed è pensato per le osservazioni terrestri, spesso anche a mano libera.