In informatica, nello sviluppo software, il test-driven development (abbreviato in TDD), in italiano sviluppo guidato dai test[1] o sviluppo guidato dalle verifiche[2] è un modello di sviluppo del software che prevede che la stesura dei test automatici avvenga prima di quella del software che deve essere sottoposto a test, e che lo sviluppo del software applicativo sia orientato esclusivamente all'obiettivo di passare i test automatici precedentemente predisposti.
Più in dettaglio, il TDD prevede la ripetizione di un breve ciclo di sviluppo in tre fasi, detto "ciclo TDD". Nella prima fase (detta "fase rossa"), il programmatore scrive un test automatico per la nuova funzione da sviluppare, che deve fallire in quanto la funzione non è stata ancora realizzata. Nella seconda fase (detta "fase verde"), il programmatore sviluppa la quantità minima di codice necessaria per passare il test. Nella terza fase (detta "fase grigia" o di refactoring), il programmatore esegue il refactoring del codice per adeguarlo a determinati standard di qualità.[3]
L'invenzione del metodo (o la sua riscoperta[4]) si deve a Kent Beck, uno dei padri dell'extreme programming (XP) e delle metodologie agili. Il TDD è una delle 12 regole base dell'XP, ma viene anche usato indipendentemente da questa metodologia;[5] la sua applicazione è anche parte fondamentale dello sviluppo agile del software.[6]