Turdus

Turdus
Turdus philomelos
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
SuperclasseTetrapoda
ClasseAves
SottoclasseNeornithes
SuperordineNeognathae
OrdinePasseriformes
SottordineOscines
InfraordinePasserida
SuperfamigliaMuscicapoidea
FamigliaTurdidae
GenereTurdus
Linnaeus, 1758
Specie
vedi testo

Turdus Linnaeus, 1758 è un genere di uccelli passeriformi della famiglia dei Turdidi[1].

I membri del genere Turdus sono uccelli di medie dimensioni dal piumaggio perlopiù mimetico; prevalentemente terricoli, in aria, sono rapidi e sciolti. Una buona metà delle specie frequenta ambienti situati nella fascia altitudinale inferiore ai 2.000 metri, ma alcune possono spingersi oltre i 4.000 metri di quota. Prediligono ambienti boschivi liberi per la nidificazione e ambienti aperti e semiaperti con facile accesso al suolo per il cibo. Diverse specie danno prova di grande capacità di adattamento ai cambiamenti ambientali. Alcune si lasciano avvicinare abbastanza facilmente e diventano familiari fino ad entrare nella società e nella cultura. In Europa questo posto è detenuto dal merlo, nell’America del nord dal tordo migratore, in Brasile dal tordo pancia rossiccia e in Cile dal tordo delle Falkland. Sono onnivori, con un regime alimentare determinato dalle necessità fisiologiche e caratterizzato da variabilità stagionali. La stagione riproduttiva nell’emisfero settentrionale è compresa tra marzo-aprile e fine agosto, mentre nell’emisfero sud può durare tutto l'anno, con l’attività principale svolta durante la stagione delle piogge. Sessualmente maturi a dodici mesi, depongono da due a sei uova, per ogni covata. Predati da mammiferi, serpenti e rapaci, contribuiscono alla conservazione delle relative specie, utili nella regolazione delle popolazioni di invertebrati e nella propagazione delle specie vegetali che forniscono loro il nutrimento, per le implicazioni relative alla preservazione della biodiversità.

Delle 84 specie del genere Turdus, il 46% risiede nella ecozona neotropicale (Messico meridionale, America centrale e meridionale) ed appena un terzo sono migratrici. Predati da corvidi, rapaci diurni e notturni, serpenti e vari mammiferi, i tordi sono afflitti da un cospicuo numero di parassiti interni ed esterni, alcuni dei quali interessano l’uomo. Presentano uno stato di conservazione relativamente favorevole, infatti 71 specie sono classificate nella categoria Quasi minacciate, nella Lista Rossa delle Specie Minacciate dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Distruzione e degrado dell'habitat sono all’origine della diminuzione degli effettivi di alcune specie. Cacciati da tempo immemorabile, i tordi sono utilizzati come richiami per la caccia e per la partecipazione alle gare di canto.

Tra le più antiche raffigurazioni, nelle quali sono rappresentati, gli affreschi etruschi della Tomba del triclinio, risalenti all'inizio del V secolo a.C.. Affreschi raffiguranti nature morte con questi uccelli, destinati alle mense, sono stati ritrovati nelle ville di Ercolano e di Pompei, e nella Villa di Livia a Prima Porta, a Roma. Sul finire del Cinquecento e nei primi anni del Seicento abbondano le tele con tordi appesi a frollare o riversi sui banconi, insieme a tanta altra selvaggina. Il merlo e il tordo sono citati da scrittori e poeti in rapporto ai loro versi e ai loro comportamenti ed abitudini. La palma di cantore malinconico e raffinato spetta al tordo, mentre il merlo si distingue per il suo fischio sonoro e con il suo ciangottio petulante.

  1. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Turdidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 24 febbraio 2016.

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