Una difesa dell'aborto

Una difesa dell'aborto (A Defence of Abortion) è un saggio scritto da Judith Jarvis Thomson, pubblicato su Philosophy & Public Affairs nel 1971. Il testo tratta la questione bioetica dell'interruzione di gravidanza: partendo dal presupposto che il feto abbia diritto alla vita, la Thomson usa un esperimento mentale per sostenere che il diritto della donna incinta di controllare il proprio corpo e le proprie funzioni vitali prevarica il diritto alla vita del feto; per questo motivo l'aborto può essere considerato come moralmente accettabile.

Le tesi della Thomson hanno sollevato molte critiche sia da parte dei pro-choice che da parte dei pro-life[1], tuttavia il testo è tutt'oggi difeso[2] e usato come possibile giustificazione morale dell'aborto.

La metafora del violinista e le controverse conclusioni della Thomson hanno reso Una difesa dell'aborto probabilmente[non chiaro] "il saggio più largamente ristampato di tutta la filosofia contemporanea".[3]

  1. ^ per esempio, Schwarz 1990, Beckwith 1993 e Lee 1996 per il fronte pro-life; Tooley 1972, Warren 1973, Steinbock 1992 e McMahan 2002 per il fronte pro-choice
  2. ^ Kamm 1992; Boonin 2003
  3. ^ Parent 1986: vii

Una difesa dell'aborto

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