Vetreria (chimica)

La vetreria da laboratorio può essere di colore bruno come il contenitore in primo piano, o incolore come gli oggetti sullo sfondo

Col termine vetreria o vetreria da laboratorio si intende una serie di oggetti e apparecchiature, tradizionalmente fatte di vetro, usate per esperimenti e altri lavori scientifici, soprattutto nei laboratori di chimica e di biologia. Oggigiorno alcune apparecchiature sono fatte con materie plastiche per motivi di costo, robustezza e praticità, ma il vetro è ancora usato in molte applicazioni perché è relativamente inerte, trasparente, più resistente della plastica al calore e relativamente facile da lavorare nella forma richiesta. Comunemente si usa vetro borosilicato, noto anche col nome commerciale Pyrex, perché è più resistente a stress termico rispetto al vetro comune. Meno comune è l'uso di quarzo fuso, che è capace di resistere a temperature più elevate ed è più trasparente nell'ultravioletto e nell'infrarosso. In alcune apparecchiature, specie recipienti, si usa vetro di colore bruno per proteggere il contenuto dall'effetto della luce esterna. In casi particolari bisogna usare materiali specifici; ad esempio contenitori per acido fluoridrico devono essere fatti di polietilene, perché questo acido corrode il vetro.[1] Questo articolo illustra alcuni aspetti generali della vetreria da laboratorio, e si applica a molti tipi di attrezzature.

  1. ^ Scheda di sicurezza dell'acido fluoridrico, su jtbaker.com. URL consultato il 22-09-2009.

Vetreria (chimica)

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