^I documenti e gli atti ufficiali del Comune di Villar Dora definiscono "patronale" la festa di san Rocco. Il 16 agosto costituisce giorno di pubblica festività e di chiusura di esercizi ed uffici pubblici. A titolo esemplificativo ma non esaustivo, si riportano i programmi delle edizioni 2019, 2020 e 2022. Numerosi altri atti sono presenti negli archivi comunali.
^I tradizionali "Sonetti" (componimenti sotto forma di poesia), distribuiti ai villardoresi in occasione della solennità di San Rocco, hanno sempre riportato la dicitura di "festa patronale". Se ne ha testimonianza già agli inizi del Novecento, e l'usanza è viva ancora oggi. Al seguente link si può vedere il primo sonetto di cui si conservi un'immagine, relativo all'anno 1913.
^In anni recenti è invalso talvolta l'uso di riferirsi anche alla festa dei santi Vincenzo di Saragozza e Anastasio di Persia come "patronale", in virtù dell'intitolazione ad essi della chiesa parrocchiale. Storicamente però, nei confronti dei Santi Vincenzo e Anastasio, non si ravvisano particolari testimonianze di devozione da parte del popolo: la loro ricorrenza, che cade il 22 gennaio, non costituisce e non ha costituito in passato giorno festivo. Il legame culturale dei villardoresi è invece attestato tradizionalmente con San Rocco, per via del ruolo del santo come guaritore delle malattie, in particolare delle epidemie di peste, morbo endemico in queste zone fino al '700. Per tale ragione, nel XVII secolo, gli abitanti del Villar (allora Villar d'Almese) eressero a proprie spese e con le proprie forze la chiesa dedicata a San Rocco, posta nella piazza centrale del paese, riconoscendo San Rocco di Montpellier come patrono della comunità degli abitanti locali.
^A livello locale, nella variante autoctona del piemontese arricchita di elementi francoprovenzali, il paese è detto O Vilà secondo la grafia classica piemontese oppure U Vilà secondo quella italiana, contrazioni rispettivamente di O Vilar e U Vilar. Tale toponimo, il cui significato è semplicemente "Il Villar", viene sempre pronunciato come [ʊ viˈlaː] secondo l'alfabeto fonetico internazionale. In piemontese vi è anche la versione estesa, ma meno usata e meno tradizionale dello stesso toponimo, ovvero Vilar Dòra.