Virus della peste suina africana | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Varidnaviria |
Regno | Bamfordvirae |
Phylum | Nucleocytoviricota |
Classe | Pokkesviricetes |
Ordine | Asfuvirales |
Famiglia | Asfarviridae |
Genere | Asfivirus |
Specie | Virus della peste suina africana |
Il virus della peste suina africana (ASFV, dall'inglese African swine fever virus) è una specie di virus a dsDNA, unica rappresentante dell'ordine Asfuvirales, appartenente al phylum Nucleocytoviricota.[1] Esso è l'agente causale della peste suina africana (ASF, dall'inglese African Swine Fever). Il virus causa una febbre emorragica con alti tassi di mortalità nei suini, mentre infetta in modo persistente i suoi ospiti naturali, i facoceri, i potamoceri e le zecche molli del genere Ornithodoros, senza segni di malattia.[2]
ASFV è un grosso virus a DNA a doppio filamento che replica nel citoplasma delle cellule infette.[3]
È anche il solo dsDNA virus che si trasmette tramite artropodi. Causa una malattia emorragica letale nei suini. Alcuni ceppi isolati possono causare la morte degli animali nell'arco di una settimana dall'infezione. In tutte le altre specie, il virus non comporta sintomi manifesti. ASFV è endemico nell'Africa subsahariana e tra i selvatici è sostenuta da un ciclo zecca-suino selvatico, facocero e potamocero. La malattia fu descritta per la prima volta dai coloni Europei che acquistarono suini dalle aree endemiche per ASFV e, in quanto tale, è un esempio di «malattia infettiva emergente».