Xenomorfo

Xenomorfo
Lo Xenomorfo interpretato da Bolaji Badejo in Alien (1979)
UniversoAlien
AutoreRidley Scott, Dan O'Bannon e HR Giger
1ª app. inAlien
Interpretato da
Caratteristiche immaginarie
SoprannomeAlien
Kainde Amedha[1]
Xenomorph XX121[2][3]
SessoErmafrodita[4][5]
Luogo di nascitaÒuranos
Data di nascita2104
Poteri
  • Forza, velocità e resistenza sovrumane
  • Sangue e secrezioni acide
  • Capacità di muoversi su pareti e soffitti indipendentemente dalla forza di gravità

Lo xenomorfo (dal greco ξένος, xènos, "straniero" o "strano", e μορφḕ, morphē, "forma"), noto anche come Alien, è una specie immaginaria extraterrestre presente come principale antagonista sia nella serie di film Alien, sia nell'universo immaginario ad esso collegato. Esordì nel film Alien, diretto nel 1979 da Ridley Scott e comparve anche nei suoi sequel e prequel, oltre che nel media franchise di Alien vs. Predator.

All'interno del ciclo di film, la forma di vita divenne oggetto d'interesse per la Weyland-Yutani, una società volta a ideare e produrre armi biologiche, divenendo così avversario della protagonista Ellen Ripley. Lo xenomorfo differisce dalle altre razze aliene per il fatto che non si tratta di una specie che ha sviluppato una tecnologia ma semplicemente un animale superpredatore che ha l'unico scopo di riprodursi. Liberamente ispirato da certe specie di vespe parassite, è un organismo eusociale, come le formiche o le api, governato da una regina affiancata da guerrieri e fuchi. Il suo ciclo vitale biologico consiste nel depositare una larva endoparassita in un ospite vivente che emergerà poi violentemente da questi dopo un breve periodo di sviluppo, per poi rapidamente diventare adulto. L'aspetto e il ciclo vitale dello xenomorfo, nell'arco delle sue apparizioni, ha subìto modifiche ed espansioni, a volte incoerenti.

L'aspetto venne ideato dall'artista svizzero H. R. Giger, ispirato a una sua litografia intitolata Necronom IV e perfezionata per il primo film della serie. La realizzazione materiale della testa del personaggio venne progettata e realizzata da Carlo Rambaldi. Nei film successivi, i costumi e meccanismi furono fabbricati dallo studio Stan Winston, e dalla Amalgamated Dynamics Inc. Inizialmente interpretato dall'artista grafico Bolaji Badejo in un costume composto di ossa e di parti meccaniche, lo xenomorfo adulto fu successivamente interpretato dallo stuntman Tom Woodruff Jr. nella maggior parte delle sue apparizioni posto in una tuta attillata di lattice. Nel film del 2017, Alien: Covenant, i cui effetti speciali furono opera della Moving Picture Company, gli xenomorfi furono rappresentati da attori attraverso il motion capture. Una creatura totalmente diversa appare nel sequel apocrifo italiano di Alien, Alien 2 - Sulla Terra, diretto nel 1980 da Ciro Ippolito.

Il personaggio ha avuto un notevole successo fra gli appassionati di fantascienza, apparendo in numerose liste dei miglior mostri cinematografici ed è stato oggetto di molteplici analisi filosofiche, essendo stato considerato simbolico dello stupro,[6] del patriarcato,[7] di malattie veneree,[8] e persino dei Viet Cong.[9]

  1. ^ Perry, Steve e Perry, Stephanie, Aliens vs Predator: Prey, 1994, ISBN 0-553-56555-9.
  2. ^ James A. Moore (2014), Alien: Sea of Sorrows, Titan Books, p. 77, ISBN 1781162700
  3. ^ Perry, S. D. (2014), Aliens The Weyland Yutani Report, Insight Editions, ISBN 978-1-60887-316-6
  4. ^ Laurence F. Knapp e Andrea F. Kulas, Ridley Scott: Interviews, Univ. Press of Mississippi, 2005, p. 47, ISBN 157806726X
  5. ^ Ridley Scott finally reveals the gender of Alien: Covenant's Xenomorph, Digital Spy (13 maggio 2017)
  6. ^ Gellardo, X. (2006), Alien Woman: The Making of Lt Ellen Ripley, A&C Black, ISBN 0826415709
  7. ^ Hans Ruedi Giger, H. R. Giger Film Design, Titan Books ltd., 1996, pp. 24-32, ISBN 1-85286-656-X
  8. ^ Kevin S. Decker, "Contagion: Impurity, Mental Illness, and Suicide in Alien 3", in Jeffrey A. Ewing e Kevin S. Decker (a cura di), Alien and Philosophy: I Infest, Therefore I Am, John Wiley & Sons, 2017, p. 147. ISBN 1119280850.
  9. ^ Stephen McVeigh e Matthew Wilhelm Kapell, "Introduction: Persistence of Visions - Approaching the Films of James Cameron" in Stephen McVeigh e Matthew Wilhelm Kapell (a cura di), The Films of James Cameron: Critical Essays, MacFarland, 2011, pp. 26-27, ISBN 0786487542

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