Sbarco in Sicilia

Sbarco in Sicilia
parte della campagna d'Italia della seconda guerra mondiale
Soldati del II Reggimento britannico Seaforth Highlanders avanzano lungo una strada vicino a Noto, 11 luglio 1943
Data10 luglio-17 agosto 1943
LuogoSicilia
EsitoVittoria degli Alleati
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
170 000/200 000 italiani[N 1]
~ 60 000 tedeschi[2]
265 carri armati[3]
1 500 aerei[4]
Tra il 10 e il 13 luglio: 160 000 uomini[5]
600 carri armati[3]
4 900 velivoli[6]
A fine campagna: 250 000 britannici e 228 000 statunitensi[7]
Perdite
218 042
(9 003 morti, 40 655 dispersi, 46 000 feriti, 122 384 prigionieri)[1][N 2]:
  • Bandiera della Germania Germania[1]:
    4 325 morti
    4 583 dispersi
    13 500 feriti
    5 523 prigionieri
  • Bandiera dell'Italia Italia[1]:
    4 678 morti
    36 072 dispersi
    32 500 feriti
    116 861 prigionieri
Tra 22 800[2] e 31 158[8][N 3]:
  • Bandiera degli Stati Uniti USA[2]:
    2 811 morti
    686 dispersi
    6 471 feriti
  • Bandiera del Regno Unito Regno Unito[2]:
    2 721 morti
    7 939 feriti
    2 183 prigionieri
  • Bandiera del Canada Canada:
    562 morti
    1 664 feriti
    84 prigionieri
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    Lo sbarco in Sicilia (nome in codice operazione Husky) è stata un'importante campagna militare svoltasi nel contesto della seconda guerra mondiale. L'operazione fu attuata dagli Alleati sulle coste siciliane nelle prime ore del 10 luglio 1943, con l'obiettivo di aprire un fronte nell'Europa continentale e invadere e sconfiggere il Regno d'Italia, concentrando in un secondo momento i propri sforzi contro la Germania nazista. Dopo la caduta di Pantelleria (operazione Corkscrew), fu la prima grande operazione delle truppe alleate sul suolo italiano durante la guerra e segnò l'inizio della campagna d'Italia (1943-1945).

    Lo sbarco in Sicilia costituì una delle più grandi operazioni anfibie della seconda guerra mondiale. Vi presero parte due grandi unità alleate: la 7ª Armata statunitense al comando del generale George Smith Patton e l'8ª Armata britannica al comando del generale Bernard Law Montgomery, riunite nel 15º Gruppo d'armate sotto la responsabilità del generale britannico Harold Alexander. Le due armate sbarcarono nella zona sud-orientale della Sicilia con il compito di avanzare in contemporanea all'interno dell'isola: la 7ª Armata di Patton avrebbe dovuto avanzare verso Palermo e occupare la parte occidentale dell'isola, mentre l'8ª Armata di Montgomery avrebbe dovuto marciare lungo la parte centro-orientale della Sicilia verso Messina, compiendo in linea teorica un'azione a tenaglia che avrebbe dovuto imprigionare le forze dell'Asse, raggruppate nella 6ª Armata italiana comandata dal generale Alfredo Guzzoni.

    Dal punto di vista tattico la campagna ebbe un esito deludente per gli Alleati, che non riuscirono a impedire la ritirata delle truppe italo-tedesche del generale Hans-Valentin Hube (che ai primi di agosto subentrò a Guzzoni) verso l'Italia continentale. Da un punto di vista strategico-politico, invece, la campagna fu molto positiva, l'invasione della Sicilia ebbe decisiva influenza in Italia: favorì la destituzione di Benito Mussolini, la caduta del fascismo e il successivo armistizio di Cassibile, con cui le forze armate italiane cessarono le ostilità contro gli anglo-statunitensi.

    1. ^ a b c d USSME, pp. 400-401.
    2. ^ a b c d Hart, p. 627.
    3. ^ a b Petacco, p. 126.
    4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Hart620
    5. ^ Ognuna delle due armate alleate al momento degli sbarchi contava 80 000 uomini; vedi: Atkinson, p. 41.
    6. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Bonacina199
    7. ^ Hart, p. 619.
    8. ^ Morris, p. 129.


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