Ioduro rameoso | |
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Nome IUPAC | |
Ioduro di rame | |
Nomi alternativi | |
Ioduro rameoso Ioduro di rame(I) | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | CuI |
Massa molecolare (u) | 190,45 |
Aspetto | solido da bianco a leggermente brunito |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 231-674-6 |
PubChem | 24350 e 6432705 |
SMILES | [Cu]I |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 5,67 (25 °C) |
Solubilità in acqua | insolubile |
Costante di solubilità a 298 K | 1 x 10−12[1] |
Temperatura di fusione | 422 °C (606 K) |
Temperatura di ebollizione | 1 367 °C (1 290 K) |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
pericolo | |
Frasi H | 302 - 315 - 319 - 335 - 410 |
Consigli P | 261 - 273 - 305+351+338 - 501 |
Lo ioduro rameoso o ioduro di rame(I) è un composto chimico inorganico con formula minima CuI.
Polvere di colore bianco insolubile in acqua che diventa gialla con la calcinazione e viene poco decomposta dall'idrogeno gassoso se scaldato fino al calor rosso. Mischiato con l'ossido ferrico, manganico o rameico ed esponendo il miscuglio al calor rosso si libera iodio e si ottiene ossido rameoso.[2]
In natura si trova in minerali come la marshite, dove il colore bruno-rossastro è dovuto alle impurità. Come molti composti contenenti ioduro, data la facile ossidazione aerobica dello ioduro a iodio, spesso può presentare colorazioni leggermente brunastre.
Utilizzato in una varietà di applicazioni che vanno dalla sintesi organica alla semina delle nubi.