La 6ª Armata della Wehrmacht (in tedesco 6. Armee) venne costituita durante la seconda guerra mondiale il 10 ottobre 1939 dalla riorganizzazione della 10ª Armata che aveva combattuto in Polonia. Impegnata in combattimento sul fronte occidentale nel 1940 e sul fronte orientale nel 1941 al comando del generale Walter von Reichenau, si distinse in numerose battaglie ma partecipò anche a numerosi atti di repressione e atrocità contro prigionieri, civili ed ebrei[3].
Nel 1942 il comando venne assunto dal generale Friedrich Paulus e la 6ª Armata partecipò alla seconda offensiva tedesca in Unione Sovietica; ritenuta dall'alto comando tedesco la più potente ed esperta armata della Wehrmacht, ricevette la missione di raggiungere il Volga e conquistare Stalingrado. L'armata avanzò fino alla città ma venne coinvolta in sanguinosi combattimenti nell'area cittadina contro la combattiva 62ª Armata sovietica, senza riuscire a raggiungere una vittoria definitiva. Il 23 novembre 1942 venne accerchiata a seguito dell'improvvisa e inattesa controffensiva sferrata dall'Armata Rossa; dopo essersi battuta per oltre due mesi nella sacca, soffrendo grandi disagi per la mancanza di cibo ed equipaggiamento e per i rigori dell'inverno, venne completamente distrutta. I soldati superstiti, compreso il comandante Friedrich Paulus, si arresero il 2 febbraio 1943.
Una nuova 6ª Armata venne costituita da Adolf Hitler nell'estate del 1943 e combatté ancora fino alla fine della guerra in Ucraina, Romania, Ungheria e Austria.