Crimini di guerra sovietici

Per crimini di guerra sovietici si intendono quei crimini perpetrati dalle forze armate dell'Unione Sovietica dal 1919 al 1991, inclusi gli atti commessi dall'esercito regolare - prima Armata Rossa, poi successivamente denominata Esercito sovietico - così come quelli commessi dal NKVD, incluse le truppe interne al NKVD. In alcuni casi, questi crimini possono essere stati commessi su ordini diretti - come parte della politica del primo governo sovietico del terrore rosso. In altri casi sono stati commessi dalle truppe dell'Esercito regolare come punizione contro militari e civili dei paesi in guerra con l'URSS nella seconda guerra mondiale, o con coloro che furono coinvolti in movimenti di liberazione nazionale.[1]

Molti di questi eventi si verificarono in Europa orientale e centrale prima e durante la seconda guerra mondiale; durante questo periodo le autorità sovietiche attuarono in alcuni casi esecuzioni sommarie e omicidi di massa di prigionieri di guerra e maltrattamenti di civili nei territori occupati sovietici, come ad esempio nel massacro di Katyn' ai danni di ufficiali dell'esercito polacco.

Quando le potenze alleate della seconda guerra mondiale fondarono il Tribunale Militare Internazionale del Dopoguerra per identificare e punire i crimini di guerra commessi durante il conflitto dalla Germania nazista, i funzionari dell'Unione Sovietica, nazione il cui ruolo era stato decisivo per vincere la guerra sul teatro europeo e che faceva parte a pieno titolo delle Quattro potenze principali, parteciparono attivamente ai processi giudiziari. Ovviamente in questa sede non vi fu alcun esame critico delle azioni delle forze sovietiche e non furono mai portate avanti accuse contro le sue truppe, come del resto non furono presentate istanze contro crimini di guerra degli alleati occidentali. Il tribunale di Norimberga, già deciso dai "Tre Grandi" capi (Winston Churchill, Franklin Delano Roosevelt e Stalin) della coalizione alleata mentre la guerra era ancora in corso, non poteva che colpire gli sconfitti ma in parte si espose a critiche di parzialità e spirito di vendetta secondo una concezione di giustizia del vincitore.[2]

L'attuale governo russo è stato più volte accusato di revisionismo e negazionismo storico[3][4][5]. I media russi si riferiscono ai crimini di guerra come "un mito occidentale"[6], nei libri di testo di storia in Russia, i crimini sono stati modificati per rappresentare i sovietici in modo positivo od omessi del tutto[7]. In un'intervista del giugno 2017, il presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto gli "orrori dello stalinismo", ma ha anche criticato l'"eccessiva demonizzazione di Stalin" da parte dei "nemici della Russia".[8]

Esumazione a Katyn' nel 1943. Foto della delegazione della Croce Rossa Internazionale.

Il Parlamento Europeo, in una risoluzione in occasione dell'80º anniversario dell'inizio della seconda guerra mondiale, esprimeva "preoccupazione per gli sforzi dell'attuale leadership russa per imbiancare i crimini commessi dal regime totalitario sovietico"[3][9].

  1. ^ (EN) Alexander Statiev, The Soviet Counterinsurgency in the Western Borderlands, Cambridge University Press, 2010, p. 277, ISBN 978-0-521-76833-7.
  2. ^ (EN) Norman Davies, Europe at War 1939-1945 : No Simple Victory, Macmillan, 2006, p. 198, ISBN 978-0-333-69285-1.
  3. ^ a b (EN) EP calls to counter Russia's attempts to whitewash Soviet crimes and rewrite history, su lrt.lt, 19 settembre 2019. URL consultato il 7 aprile 2020.
  4. ^ (EN) How Putin Manipulates Russians Using Revisionist History, in Forbes, 14 maggio 2014.
  5. ^ (EN) Alisa Ganieva, Russia’s Revisionist History, in The New York Times, 3 dicembre 2018. URL consultato il 7 aprile 2020.
  6. ^ (EN) Lucy Ash, The rape of Berlin, su bbc.com, BBC News, 1º maggio 2016. URL consultato il 15 ottobre 2018.
  7. ^ (EN) Ola Cichowlas, How Russian Kids Are Taught World War II, su The Moscow Times, 8 maggio 2017. URL consultato il 14 ottobre 2018.
  8. ^ (EN) David Filipov, For Russians, Stalin is the 'most outstanding' figure in world history, followed by Putin, in The Washington Post, 26 giugno 2017. URL consultato il 7 agosto 2017.
  9. ^ Testi approvati - Importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa - Giovedì 19 settembre 2019, su europarl.europa.eu. URL consultato il 7 aprile 2020.
    «"Il Parlamento europeo"...
    ..."15. sostiene che la Russia rimane la più grande vittima del totalitarismo comunista e che il suo sviluppo in uno Stato democratico continuerà a essere ostacolato fintantoché il governo, l'élite politica e la propaganda politica continueranno a insabbiare i crimini del regime comunista e ad esaltare il regime totalitario sovietico; invita pertanto la società russa a confrontarsi con il suo tragico passato;
    16. è profondamente preoccupato per gli sforzi dell'attuale leadership russa volti a distorcere i fatti storici e a insabbiare i crimini commessi dal regime totalitario sovietico; considera tali sforzi una componente pericolosa della guerra d'informazione condotta contro l'Europa democratica allo scopo di dividere l'Europa e invita pertanto la Commissione a contrastare risolutamente tali sforzi;"»

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