Dandismo

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Dandy nel 1831, Journal des Dames et des Modes

Il dandismo è un comportamento diffusosi durante la Reggenza inglese e la Restaurazione francese. Proprio dei dandy, consiste in un'ostentazione di eleganza dei modi e nel vestire, caratterizzato da forme di individualismo esasperato, di ironico distacco dalla realtà e di rifiuto nei confronti della mediocrità borghese. Influì notevolmente sui movimenti culturali del XIX secolo, e in particolare sul Decadentismo.[1]

Il fenomeno del dandismo è stato da alcuni interpretato come puramente superficiale e riguardante unicamente la moda. Thomas Carlyle nella sua opera Sartor Resartus (1833-1834) definisce il dandy come "un uomo il cui settore, ufficio e esistenza consiste nell'indossare abiti"[2]. Tale critica deriva tuttavia da una vera e propria reazione ai cambiamenti nella struttura sociale europea verificatasi nell'Ottocento. Col suo stile di vita, il suo atteggiamento e il suo modo di presentarsi, che va oltre la mera esibizione di eleganza nel vestiario, il dandy intende definire in modo inequivocabile i tratti che lo distinguono da una massa che disprezza e di cui rifiuta i principi egalitari.[3]

  1. ^ Dandismo, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Thomas Carlyle, Sartor Resartus, Oxford University Press, 2007.
  3. ^ Roger Kempf, Dandies: Baudelaire e amici, Bompiani, 1980.

Dandismo

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