Gatto selvatico[1] | |
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Stato di conservazione | |
Rischio minimo[2] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Carnivora |
Sottordine | Feliformia |
Famiglia | Felidae |
Sottofamiglia | Felinae |
Genere | Felis |
Specie | F. silvestris |
Nomenclatura binomiale | |
Felis silvestris Schreber, 1777 | |
Areale | |
Distribuzione delle sottospecie del gatto selvatico nel 2009. |
Il gatto selvatico (Felis silvestris Schreber, 1777) è un piccolo felino, suddiviso in varie sottospecie, che occupa aree vastissime, comprendenti gran parte di Africa, Europa e Asia sud-occidentale e centrale, fino a India, Cina e Mongolia[2].
È un cacciatore di piccoli mammiferi, uccelli e altre creature di piccole dimensioni. Tra le sue sottospecie viene talvolta incluso anche il cosmopolita gatto domestico (con il nome scientifico F. s. catus), che è stato introdotto in ogni continente e su molte delle isole più grandi del mondo, dove è tornato allo stato selvatico in molte zone. Nel suo areale originario il gatto selvatico si è adattato a una vasta gamma di habitat, come savane, foreste aperte e steppe.
Prove genetiche, morfologiche e archeologiche indicano che il gatto domestico sia stato addomesticato a partire dal gatto selvatico africano, probabilmente 9000-10.000 anni fa, nella Mezzaluna Fertile (Vicino Oriente), in coincidenza con la nascita dell'agricoltura e del bisogno di proteggere i raccolti dai roditori granivori[3].
Il parente più stretto del gatto selvatico è il gatto delle sabbie (Felis margarita).