Galli

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Torque celtica in oro del Museo di Saint-Raymond.

Galli (in latino: Galli; in greco antico: Γαλάται, Galátai) era il termine utilizzato dai Romani per indicare un insieme di popolazioni di cultura celtica, abitanti gran parte dell'Europa continentale durante l'età del ferro. L'area originariamente da loro abitata era chiamata Gallia, territorio che includeva le odierne aree di Francia, Belgio, Paesi Bassi, Svizzera e Italia settentrionale. La cultura gallica faceva parte dell'insieme delle culture celtiche, diffuse in gran parte dell'Europa, e la lingua gallica apparteneva alla famiglia delle lingue celtiche, costituendone il membro principale nel ramo continentale.

I Galli emersero all'incirca nel V secolo dalla cultura di La Tène e originariamente abitavano l'area compresa tra la Senna, il medio Reno, e l'alto Elba. A partire dal IV secolo si espansero nell'attuale Francia, Belgio, Paesi Bassi, Italia settentrionale, Svizzera, Germania centrale e meridionale, Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia, grazie al controllo delle vie commerciali lungo i bacini dei fiumi Rodano, Senna, Reno e Danubio. Successivamente si espansero in Galizia, nei Balcani, in Transilvania e in Galazia (nell'Anatolia centrale).

La Gallia non fu mai unita sotto un unico capo o stato; i Galli erano politicamente divisi in molte tribù e confederazioni indipendenti: erano entità politiche più o meno definite e che parlavano diversi dialetti della stessa lingua, come ad esempio il galato e il norico. Pensavano di discendere dallo stesso ceppo ed erano consapevoli delle somiglianze che li univano. A questi legami, reali o mitici, che talvolta si traducevano in obblighi di solidarietà, di asilo, o di sostegno militare, si aggiungevano regolarmente alleanze di circostanza. A causa di queste alleanze ed equilibri geopolitici, alcune tribù galliche minori erano sottoposte ad altre tribù più potenti, e insieme formavano grandi confederazioni come quelle degli Arverni e degli Edui. La maggior parte di questi popoli aveva una capitale, politica o religiosa, a cui facevano capo diverse comunità secondarie rurali, dai Romani chiamati pagi, sparse nella campagna circondante. Il territorio di queste divisioni territoriali corrispondeva a quello delle successive civitates, che sorgeranno durante la dominazione romana, e a entità territoriali ancora esistenti, come ad esempio le moderne diocesi della Francia. Il massimo splendore della cultura gallica venne raggiunto all'inizio del III secolo a.C.

A seguito della prima guerra punica, la potenza in ascesa della Roma repubblicana iniziò a contrastare la sfera d'influenza dei Galli. La battaglia di Talamone del 225 a.C. fu l'inizio di un graduale declino della potenza gallica nel II secolo a.C. e durante questo secolo vennero definitivamente inglobati nello stato romano sia i Galli dell'Italia settentrionale, detti anche cisalpini, nella provincia della Gallia Cisalpina, sia quelli di gran parte dell'attuale Mezzogiorno francese nella provincia della Gallia Narbonense, quest'ultima talmente romanizzata ed economicamente importante in Gallia da essere "la provincia" per antonomasia (e Provenza deriva dal latino provincia). Le popolazioni galliche rimaste indipendenti vennero sottomesse a Roma a metà del I secolo a.C., a seguito di una serie di campagne condotte da Giulio Cesare e narrate nel De bello Gallico. Tali campagne, protrattesi per sette anni, furono lunghe e sanguinose, costellate da episodi di eroismo da entrambe le parti e contraddistinte dalla tenace resistenza opposta dai Galli ai propri avversari, soprattutto quando, sotto la pressione della minaccia romana, seppero trovare una guida riconosciuta nella figura di Vercingetorige. Successivamente la Gallia venne ripartita in varie province facenti parte dell'Impero Romano e i Galli vennero sottoposti a un intenso processo di latinizzazione; i segni peculiari della civiltà gallica si affievolirono allora progressivamente e sopravvissero solo in alcuni ambiti: la cultura materiale di La Tène scomparve all'inizio del I secolo d.C., l'uso della lingua gallica divenne marginale e diffuso specialmente nelle campagne e in zone recesse della Gallia, confinato a testi religiosi (di cui eminente esempio è il calendario di Coligny), a vantaggio dell'ascesa del latino nella regione. I pantheon gallici sopravvissero parzialmente, talvolta mescolati, anche a causa della tendenza sincretistica della religione romana, con divinità greche e romane che si imposero poi nei culti pubblici delle città gallo-romane soggette al potere di Roma e integrate nelle province della Gallia. La fusione tra la cultura gallica e quella romana diede origine alla cultura ibrida gallo-romana, sostrato fondamentale della lingua e della cultura francesi.


Galli

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