Giorgione

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Autoritratto come David (1509 circa), Braunschweig, Herzog Anton Ulrich Museum.
La Tempesta, 1502-1503 circa, olio su tela, Venezia, Gallerie dell'Accademia.

Giorgio Barbarella, o Giorgio da Castelfranco, noto ai suoi contemporanei come Zorzo o Zorzi da Castelfranco e poi passato alla storia come Giorgione[1] (Castelfranco Veneto, 1478 circa – Venezia, 17 settembre 1510), è stato un pittore italiano, cittadino della Repubblica di Venezia, importante esponente della scuola veneta.[2]

Nonostante la grande popolarità dell'artista in vita, la sua è una delle figure più enigmatiche della storia della pittura[3]. Non ha firmato alcuna opera e la ricostruzione del suo catalogo, nonché la determinazione dei significati iconografici di molte sue opere, è oggetto di numerosi dibattiti e controversie tra gli studiosi[3]. Fu attivo sulla scena pittorica veneziana per poco più di dieci anni, segnandola con un'apparizione repentina ma sfolgorante, che nella storiografia artistica ha poi assunto proporzioni leggendarie[3]. Anche restringendo al massimo il suo catalogo e volendo ridimensionare i commenti iperbolici che seguirono la sua morte, la sua attività segnò sicuramente una svolta epocale nella pittura veneta, imprimendo una decisiva svolta verso la "Maniera Moderna"[3].

Il soprannome "Giorgione" era legato probabilmente alla sua altezza[3] e alla sua stazza, che si dice fosse paragonabile a quella di un orso, figura che, a volte, si ritrova persino nelle sue opere. Rimase sempre un artista sfuggente, inafferrabile e misterioso, tanto che a Gabriele D'Annunzio appariva «piuttosto come un mito che come un uomo».

  1. ^ Augusto Gentili, GIORGIO da Castelfranco, detto Giorgione, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2001.
  2. ^ Marco Carminati, Giorgione ritrovato a Sydney, in Il Sole 24 Ore "DOMENICA", 10 marzo 2019, p. 27.
    ««A dì 17 setenbrio morì Zorzo (n) da Castelo francho d’peste/ fintore excelentisimo (da peste) in Venezia de/ anni 36 et requiese in pace»»
  3. ^ a b c d e Fregolent, cit., pag. 8.

Giorgione

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