Guerra d'Algeria | ||||
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Immagini relative alla guerra d'Algeria | ||||
Data | 1º novembre 1954 - 19 marzo 1962 | |||
Luogo | Algeria francese, Sahara francese, Francia, Tunisia | |||
Casus belli | Toussaint rouge (1º novembre 1954) | |||
Esito | Vittoria algerina
Stallo militare[1] | |||
Modifiche territoriali | Perdita dei dipartimenti francesi d'Algeria e del Sahara per la Francia Unificazione dell'Algeria e del Sahara | |||
Schieramenti | ||||
Comandanti | ||||
Effettivi | ||||
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Perdite | ||||
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La guerra d'Algeria (anche guerra d'indipendenza algerina) è il conflitto che oppose tra il 1º novembre 1954 e il 19 marzo 1962 l'esercito francese e gli indipendentisti algerini guidati dal Fronte di Liberazione Nazionale (FLN, Front de Libération Nationale), che aveva rapidamente imposto la propria egemonia sulle altre formazioni politiche. Lo scontro si svolse principalmente in Algeria ma, a partire dal 1958, il FLN decise di aprire un secondo fronte in Francia, scatenando una serie di attentati.
Nel corso del conflitto, la minoranza europea d'Algeria – i pieds noirs, installati prevalentemente nelle tre grandi città di Orano, Algeri e Costantina – riuscì a imporre il ritorno di de Gaulle al potere, minacciando un colpo di Stato (maggio 1958). L'inedito successo di un movimento dagli evidenti tratti eversivi determinò il crollo della pericolante IV Repubblica e l'avvento della V Repubblica, caratterizzata da una nuova Costituzione che conferiva poteri molto estesi al Presidente. La guerra – un «episodio chiave della decolonizzazione» – fu particolarmente cruenta, con un altissimo numero di vittime, soprattutto tra i civili algerini.
L'esercito francese, memore della recente sconfitta subita nella guerra d'Indocina, mise a punto una nuova strategia: la “guerra contro-sovversiva”, caratterizzata da inedite tecniche di contro-guerriglia che facevano del controllo della popolazione la posta del conflitto. Dopo sette anni e mezzo di uno scontro senza esclusione di colpi, da una parte come dall'altra (generalizzazione della tortura, attentati, terrorismo, rappresaglie, napalm), gli algerini conquistarono l'indipendenza, che fu proclamata il 3 luglio 1962.
He also argues that the least controversial of all the numbers put forward by various groups are those concerning the French soldiers, where government numbers are largely accepted as sound. Most controversial are the numbers of civilians killed. On this subject, he turns to the work of Meynier, who, citing French army documents (not the official number) posits the range of 55,000 – 60,000 deaths. Meynier further argues that the best number to capture the harkis deaths is 30,000. If we add to this, the number of European civilians, which government figures posit as 2,788.-[
Meynier's work cited was: Gilbert Meynier,, Histoire intérieure du FLN. 1954-1962, su cairn.info.