Massimiano | |
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Testa marmorea di Massimiano conservata al museo Saint-Raymond di Tolosa | |
Augusto dell'Impero romano | |
In carica | 1º aprile 286[1] – 1º maggio 305 (augusto d'Occidente, con Diocleziano augusto d'Oriente)[2] |
Predecessore | Diocleziano |
Successore | Costanzo Cloro e Galerio |
Console romano | |
In carica | 287; 288; 290; 293; 297; 299; 303: 305; 307 |
Nome completo | Marcus Aurelius Valerius Maximianus Herculius[3] |
Altri titoli | Herculius (286) Germanicus maximus V (286, 287, 288, 293 e 299)[4] Sarmaticus maximus IV (289, 292, 294 e 299)[5] Persicus maximus II (290,[6] e 298[4]) Carpicus maximus V (296 e quattro iterazioni assunte nel periodo 301-304)[4][7] Britannicus maximus (297)[7] Armeniacus maximus (298)[4] Medicus maximus (298)[4] Adiabenicus maximus (298)[4] |
Nascita | Sirmio, 250 circa[8] |
Morte | Massilia, luglio 310[8] |
Consorte | Eutropia |
Figli | Flavia Massimiana Teodora (figliastra) Massenzio Fausta |
Massimiano | |
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Ritratto di Massimiano, oggi presso il Museo Archeologico di Milano | |
Nascita | Sirmio, 250 circa |
Morte | Massilia, luglio 310 |
Etnia | Illirico |
Religione | Religione romana |
Dati militari | |
Paese servito | Impero romano |
Forza armata | Esercito romano |
Grado | Cesare e Augusto |
Comandanti | Diocleziano |
Guerre | |
Campagne | |
Comandante di | Esercito occidentale |
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Marco Aurelio Valerio Massimiano Erculeo, noto più semplicemente come Massimiano (in latino Marcus Aurelius Valerius Maximianus Herculius; Sirmio, 250 circa – Massilia, luglio 310[8]), è stato un imperatore e militare romano, cesare privo di tribunicia potestas (dal luglio 285[9][10]) e poi augusto (dal 1º aprile 286[1] al 1º maggio 305[2]) dell'Impero romano. Condivise quest'ultimo titolo con il suo amico, co-imperatore e superiore Diocleziano, le cui arti politiche erano complementari alle capacità militari di Massimiano.
Stabilì la propria capitale a Milano, ma passò gran parte del proprio tempo impegnato in campagne militari. Nell'estate avanzata del 285 soppresse la ribellione dei Bagaudi in Gallia; tra il 285 e il 288 combatté contro le tribù dei Germani lungo la frontiera del Reno; insieme a Diocleziano fece terra bruciata in profondità nel territorio degli Alemanni nel 288, diminuendo per qualche tempo il timore di un'invasione di Germani nelle province renane. L'uomo che aveva incaricato di controllare la Manica, Carausio, si ribellò nel 286, causando la secessione della Britannia romana e della Gallia dall'Impero. Massimiano non riuscì a sconfiggere Carausio, in quanto la sua flotta di invasione fu distrutta dalle tempeste nel 289 o 290.
Il vice-imperatore di Massimiano, il cesare Costanzo, iniziò una campagna contro Alletto, successore di Carausio, mentre Massimiano era impegnato a presidiare la frontiera renana. La ribellione di Alletto ebbe fine nel 296, e Massimiano si mosse a sud, a combattere i pirati Mauri in Iberia e le incursioni dei Berberi in Mauretania. Alla fine di queste campagne, nel 298, partì per l'Italia, dove visse in agiatezza fino al 305. Su richiesta di Diocleziano, Massimiano abdicò assieme al collega il 1º maggio 305, cedendo il titolo di augusto a Costanzo e ritirandosi in Italia meridionale.
Verso la fine del 306 Massimiano riprese il titolo di augusto e aiutò la ribellione di suo figlio Massenzio in Italia. Nell'aprile 308 tentò di deporre il proprio figlio ma, avendo fallito, si rifugiò alla corte del successore di Costanzo, il figlio Costantino, a Treviri. Al concilio di Carnunto del novembre 308, Diocleziano e il suo successore Galerio obbligarono Massimiano a rinunciare alle sue pretese al trono ma, all'inizio del 310, questi cercò di sottrarre il titolo imperiale a Costantino, che si trovava impegnato in una campagna sul Reno; Massimiano riscosse l'appoggio di pochi e fu catturato da Costantino a Marsiglia; qui si suicidò nell'estate di quell'anno per ordine di Costantino.
Durante la guerra tra Costantino e Massenzio l'immagine di Massimiano fu rimossa dai luoghi pubblici, ma, dopo la vittoria di Costantino sul rivale, Massimiano fu riabilitato e divinizzato.