Operazione Masher parte della guerra del Vietnam | |||
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I soldati della cavalleria aerea marciano nell'erba alta alla ricerca del nemico, dopo essere scesi dai loro elicotteri | |||
Data | 28 gennaio - 6 marzo 1966 | ||
Luogo | An Lao, Vietnam del Sud | ||
Esito | Vittoria tattica americana | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Perdite | |||
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L'operazione Masher fu la prima grande operazione di "Individuazione e distruzione" (Search and Destroy) sferrata dalle forze da combattimento dell'Esercito americano nel 1966, durante la Guerra del Vietnam; l'obiettivo dell'operazione, ridenominata più tardi, su richiesta dello stesso presidente Johnson, operazione White Wing, per evitare il termine Masher (schiacciapatate) considerato troppo brutale[1], e condotta in collaborazione con alcuni reparti sudvietnamiti e sudcoreani, consisteva nel rastrellamento della valle di An Lao, nella provincia di Binh Dinh (nella regione costiera centrale del Vietnam del Sud), e nella distruzione dei consistenti reparti vietcong e nordvietnamiti presenti nell'area (tra cui la 3ª Divisione Nord-Vietnamita).
I reparti impegnati appartenevano principalmente alla 1ª Divisione di cavalleria aerea (già veterana della battaglia di Ia Drang del novembre 1965), e ad alcuni battaglioni di Marines provenienti dalla I Regione militare più a nord[1]; dopo 42 giorni di duri combattimenti, gli americani, grazie alla loro superiore potenza di fuoco ed al massiccio impiego della mobilità aerea fornita dagli elicotteri, ottennero rilevanti successi sul campo (a costo di serie perdite), che peraltro si rivelarono di breve durata a causa dell'incapacità delle forze sudvietnamite di presidiare saldamente la regione, e alle notevoli capacità di ripresa del nemico.