Operazione Urgent Fury

Operazione Urgent Fury
parte della guerra fredda
Piano d'invasione dell'isola di Grenada
Data25 ottobre - 15 dicembre 1983
LuogoGrenada, Antille
CausaColpo di Stato da parte di Hudson Austin e assassinio di Maurice Bishop
EsitoDecisiva vittoria statunitense
Schieramenti
Comandanti
Stati Uniti (bandiera) Ronald Reagan
Stati Uniti (bandiera) Joseph Metcalf
Stati Uniti (bandiera) Norman Schwarzkopf
Stati Uniti (bandiera) Edward Trobaugh
Stati Uniti (bandiera) Jack B. Farris
Grenada (bandiera) Nicholas Brathwaite
Barbados (bandiera) Tom Adams
Giamaica (bandiera) Edward Seaga
Antigua e Barbuda (bandiera) Vere Bird
Dominica (bandiera) Aurelius Marie
Dominica (bandiera) Eugenia Charles
Saint Kitts e Nevis (bandiera) Kennedy Simmonds
John Compton
Saint Vincent e Grenadine (bandiera) Milton Cato
Grenada (bandiera) Hudson Austin 🏳️
Cuba (bandiera) Fidel Castro
Cuba (bandiera) Pedro Tórtolo 🏳️
Effettivi
USA: 7 300 uomini
4 carri armati
1 portaerei
3 cacciatorpediniere
2 fregate
1 nave di rifornimento
27 F-14A Tomcat
FPC: 353 uomini
Grenada: 1 200 uomini
8 VTT
2 autoblindo
12 cannoni contraerei
Cuba: 780 (...)[2] Unione Sovietica: 49[1]
Corea del Nord: 24[1]
Germania Est: 16[1]
Bulgaria: 14[1]
Libia: 3-4[1]
Perdite
USA: 19 morti, 125 feriti, 9 elicotteri abbattuti[2]Grenada: 45 uccisi, 337 feriti, 6 VTT distrutti, 1 autoblindo distrutto
Cuba: 25 uccisi, 59 feriti, 638 prigionieri,[2] 2 aerei da trasporto militare catturati
Unione Sovietica: 2 feriti,[3] deposito di armi sequestrato: 12 VTT, 12 difese contraeree, 291 mitra, 6 330 fucili, 5,6 milioni di munizioni di vario calibro[4]
24 civili uccisi durante i combattimenti
Voci di operazioni militari presenti su Wikipedia

L'operazione Urgent Fury è stata l'invasione dell'isola di Grenada condotta dagli Stati Uniti d'America del presidente Ronald Reagan a seguito di rivolgimenti politici che avrebbero potuto portare a un uso futuro dell'isola come base sovietico-cubana.[5]

Il 25 ottobre 1983 soldati degli Stati Uniti sbarcarono su Grenada e, dopo aver vinto la resistenza delle forze presenti sull'isola, rovesciarono il governo militare di Hudson Austin, da poco salito al potere.

L'invasione venne condannata dall'ONU come un attentato alla sovranità di Grenada e una violazione del diritto internazionale. Forti critiche arrivarono anche da singoli Stati quali il Regno Unito, Trinidad e Tobago, il Canada e molti altri. Approssimativamente un centinaio di persone persero la vita.[6]

La ricerca di un successo, che potesse permettere agli USA di superare e archiviare la sconfitta della guerra del Vietnam, è probabilmente da considerarsi una delle ragioni dell'invasione, a prescindere dalle sue reali implicazioni politiche o strategiche.[7][8]

  1. ^ a b c d e f (EN) Operation Urgent Fury., globalsecurity.org, link verificato il 2 gennaio 2020: "49 sovietici, 24 nordcoreani, 16 tedeschi dell'est, 14 bulgari e 3 o 4 libici".
  2. ^ a b c Cole, p. 6, 62.
  3. ^ (EN) Lee E. Russell; Grenada 1983., Bloomsbury Publishing, 2012, ISBN 978-17-80-96460-7, p. 45.
  4. ^ (EN) Soldiers During the Invasion of Grenada., cardcow.com, link verificato il 2 gennaio 2020.
  5. ^ ricerca.repubblica.it - REAGAN ESALTA L'INTERVENTO A GRENADA, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 17 dicembre 2012.
  6. ^ (EN) Richard Bernstein, U.S. vetoes U.N. relsolution 'deploring' Grenada invasion, in nytimes.com, 29 ottobre 1983. URL consultato il 5 aprile 2015.
  7. ^ (EN) Robert Fantina, Desertion and the American Soldier, 1776-2006., Algora Publishing, 2006, ISBN 978-08-75-86452-5, p. 219.
  8. ^ (EN) Charles A. Stevenson, America's Foreign Policy Toolkit., CQ Press, 2012, ISBN 978-14-83-30181-5, p. 208.

Operazione Urgent Fury

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