La protesta contro Miss America è stata una manifestazione promossa da circa duecento femministe e sostenitrici dei diritti civili, svoltasi il 7 settembre 1968 sul lungomare di Atlantic City in occasione del concorso di bellezza Miss America 1969.
La protesta venne organizzata dal gruppo New York Radical Women (NYRW) e comprese come atto simbolico l'installazione di una "pattumiera della libertà" nella quale vennero gettati numerosi indumenti e oggetti simbolici femminili (reggiseni, lacca per capelli, trucco, guaine, corsetti, ciglia finte, spazzoloni, pentole e altri oggetti). Contemporaneamente, all'interno della sala del concorso, venne esposto un grande striscione con la scritta "Women's Liberation", che attrasse l'attenzione dei media di tutto il mondo, e soprattutto degli Stati Uniti, sul movimento di liberazione delle donne.[1][2]
La giornalista Lindsy Van Gelder rilevò in un articolo del New York Post un'analogia tra le manifestanti femministe che gettavano i reggiseni nei bidoni della spazzatura e i manifestanti che protestavano contro la guerra del Vietnam bruciando le loro cartoline.[3]
La manifestazione contribuì a portare il movimento di liberazione delle donne nella coscienza nazionale americana[4] e rese le sue rivendicazioni e gli standard di bellezza argomenti di discussione nazionale, mentre il "rogo dei reggiseni", in realtà mai avvenuto, venne permanentemente associato all'evento e alle femministe, da allora soprannominate "bra burners".[5][6][7]
Alcuni storici assegnano a questa protesta l'inizio della seconda ondata del femminismo.[8]
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