Con resistenza nella seconda guerra mondiale, si intendono quei movimenti sviluppatisi in ogni paese occupato con una varietà di mezzi, che vanno dalla non cooperazione alla propaganda, al nascondere i piloti caduti e persino alla guerra aperta e alla riconquista delle città. Tali movimenti di possono essere suddivisi in due campi politicamente polarizzati: la resistenza antifascista e solitamente guidata dal partito comunista locale che esisteva in quasi tutti gli Stati del mondo; e i vari gruppi di resistenza nazionalista fascista/anticomunista nei paesi occupati dai nazisti o dai sovietici che si opponevano ai fascisti stranieri e ai comunisti, spesso cambiando schieramento a seconda delle vicissitudini della guerra.
Molti paesi avevano movimenti di resistenza dedicati a combattere o indebolire gli invasori dell'Asse, e la stessa Germania nazista aveva anche un movimento antinazista. Sebbene il Regno Unito non fosse stato occupato durante la guerra, eccezion fatta per le Isole del Canale, i britannici fecero preparativi complessi per un movimento di resistenza. L'organizzazione principale fu creata dal Secret Intelligence Service (SIS, alias MI6) ed è ora conosciuta come Sezione VII.[1] Inoltre c'era una forza di comando segreta a breve termine chiamata Unità ausiliarie. Varie organizzazioni sono state anche costituite per stabilire cellule di resistenza straniere o supportare movimenti di resistenza esistenti, come il British Special Operations Executive e l'American Office of Strategic Services (il precursore della CIA).
C'erano anche movimenti di resistenza che combattevano contro gli invasori alleati. Nell'Africa orientale italiana, dopo che le forze italiane furono sconfitte durante la campagna dell'Africa orientale, alcuni italiani parteciparono a una guerriglia contro i britannici (1941–1943). Il movimento di resistenza tedesco e nazista Werwolf, e i "Fratelli della foresta" di Estonia, Lettonia e Lituania includevano molti combattenti che operarono contro l'occupazione sovietica degli Stati baltici negli anni '60. Durante o dopo la guerra, una simile resistenza antisovietica sorse in luoghi come Romania, Polonia, Bulgaria, Ucraina e Cecenia.