Il road movie ("film su strada") è un genere cinematografico in cui i protagonisti passano gran parte del film in viaggio (solitamente tramite veicoli), generalmente alterando la loro vita quotidiana[1]. Spesso sono incentrati su viaggi nell’entroterra, esplorano il tema dell’alienazione e argomenti quali tensioni e identità culturali di una nazione o di un periodo storico; il tutto è spesso unito a un senso incombente di pericolo (solitamente illegalità e violenza[2]), un’ “aria distintamente esistenziale”[3] e i personaggi mostrati sono irrequieti, frustrati o disperati. Gli ambienti più comuni, oltre agli abitacoli dei veicoli con cui si muovono i personaggi, sono ristoranti e stanze da motel in cui i protagonisti alloggiano durante il viaggio, che contribuiscono a creare intimità e tensione tra loro[4]. I road movie tendono a concentrarsi sul tema della mascolinità (una crisi attraversata dai personaggi maschili), della ribellione, della cultura automobilistica e della scoperta di sé[5]; più in particolare, la ribellione contro le conservatrici norme sociali[6].
Solitamente ci sono due filoni narrativi principali nel road movie: la ricerca e la fuga del protagonista. In alcuni casi i personaggi partono per un determinato motivo e la storia segue le loro scoperte e incontri durante il viaggio (ad esempio, Strada a doppia corsia del 1971). In altri road movie, i protagonisti sono in fuga dalle forze dell’ordine e il loro viaggio è costellato da più sesso e violenza, come nel caso di Assassini nati del 1994. Rispetto ai film d’azione, dove predominano le sequenze spettacolari basate su inseguimenti, i road movie hanno il loro fulcro nei conflitti interni e nella maturazione dei personaggi mentre sperimentano nuove realtà durante il viaggio[7]. In questo genere di pellicole, solitamente manca la struttura standard in tre atti utilizzata nei film tradizionali a favore di una ritenuta “sconnessa e scollegata”.
I protagonisti del road movie sono in movimento per tutto il film; pertanto, sono elementi iconografici importanti i mezzi di trasporto (principalmente automobili), le riprese “a carrellata” e gli spazi aperti e selvaggi, similmente a un film western. Altre similitudini con i film western sono il trattamento dei “controlli di frontiera” e del tema della scoperta (spesso personale)[8]. Come colonna sonora dei road movie, spesso viene usata musica da autoradio che i protagonisti ascoltano durante il viaggio[9]; nelle pellicole degli Anni Sessanta e Settanta si utilizza generalmente musica rock (in Easy Rider vengono riprodotti brani di Jimi Hendrix, The Byrds e Steppenwolf).
I primi road movie degli Anni Trenta erano incentrati su coppie eterosessuali[4], mentre, a partire dal secondo dopoguerra, i protagonisti sono diventati principalmente amici maschi[3]; le donne appaiono solitamente come personaggi occasionali che si incontrano lungo il percorso, oppure come compagne temporanee di viaggio. Più raramente sono effettive protagoniste, come nel caso di Thelma e Louise del 1991[8].
Il genere può anche essere parodiato o avere protagonisti che si discostano dal tipico paradigma di coppia o amici eterosessuali, variazioni apportate soprattutto negli Anni Novanta: The Living End (1992) è incentrata su due uomini gay sieropositivi in viaggio; in Priscilla - La regina del deserto (1994) sono raffigurati un gruppo di drag queen in viaggio per il deserto australiano; A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar (1995) ha a sua volta drag queen per protagoniste. Raramente, alcuni road movie hanno come protagonisti grandi gruppi in viaggio (Bus in viaggio del 1996) o guidatori solitari (Punto zero del 1971 e il suo remake del 1997)[6].