Rodolfo Graziani | |
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Rodolfo Graziani nel 1940 | |
Presidente del Movimento Sociale Italiano | |
Durata mandato | 1953 – 1954 |
Predecessore | Junio Valerio Borghese |
Successore | Augusto De Marsanich |
Ministro delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana | |
Durata mandato | 23 settembre 1943 – 25 aprile 1945 |
Presidente | Benito Mussolini |
Predecessore | carica creata |
Successore | carica abolita |
Governatore della Libia | |
Durata mandato | 1º luglio 1940 – 25 marzo 1941 |
Predecessore | Italo Balbo |
Successore | Italo Gariboldi |
Capo di stato maggiore dell'Esercito Italiano | |
Durata mandato | 3 novembre 1939 – 24 marzo 1941 |
Predecessore | Alberto Pariani |
Successore | Mario Roatta |
Viceré d'Etiopia | |
Durata mandato | 11 giugno 1936 – 21 dicembre 1937 |
Predecessore | Pietro Badoglio |
Successore | Amedeo duca d'Aosta |
Governatore della Somalia | |
Durata mandato | 6 marzo 1935 – 22 maggio 1936 |
Predecessore | Maurizio Rava |
Successore | Angelo De Ruben |
Vicegovernatore della Cirenaica | |
Durata mandato | 17 marzo 1930 – 31 maggio 1934 (dal 1º gennaio 1934 come titolo onorifico) |
Predecessore | Domenico Siciliani |
Successore | Italo Balbo (come governatore della Libia) Guglielmo Nasi (come Vicegovernatore onorario della Cirenaica) |
Vicegovernatore della Tripolitania | |
Durata mandato | 17 marzo 1930 – 31 maggio 1934 (dal 1º gennaio 1934 come titolo onorifico) |
Predecessore | Domenico Siciliani |
Successore | Italo Balbo (come governatore della Libia) Guglielmo Nasi (come vicegovernatore onorario della Tripolitania) |
Dati generali | |
Partito politico | MSI (1952-1955) In precedenza: PNF (1924-1943) PFR (1943-1945) |
Professione | Militare |
Rodolfo Graziani | |
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Soprannome | "il macellaio del Fezzan" |
Nascita | Filettino, 11 agosto 1882 |
Morte | Roma, 11 gennaio 1955 |
Cause della morte | morte naturale |
Luogo di sepoltura | Cimitero di Affile |
Etnia | Italiano |
Dati militari | |
Paese servito | Regno d'Italia Repubblica Sociale Italiana |
Forza armata | Regio Esercito Esercito Nazionale Repubblicano |
Arma | Fanteria |
Anni di servizio | 1903-1943 1943-1945 |
Grado | Maresciallo d'Italia |
Guerre | |
Campagne | |
Battaglie | |
Comandante di | Forze armate della RSI Stato Maggiore Regio Esercito Comando Superiore FF.AA. "A.S.I." Armata Liguria |
Studi militari | Accademia militare di Modena |
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Rodolfo Graziani (Filettino, 11 agosto 1882 – Roma, 11 gennaio 1955) è stato un generale e politico italiano.
Venne impiegato nel Regio Esercito italiano durante la prima guerra mondiale. Nel primo dopoguerra aderì al fascismo, divenendone una delle figure di spicco. Ebbe responsabilità di comando durante le guerre coloniali italiane: nella riconquista della Libia (1921-1931), nella guerra d'Etiopia e successivamente nella repressione della guerriglia abissina (1936-1937). Il suo ruolo in Libia e i suoi metodi brutali gli valsero il soprannome di "macellaio del Fezzan"[1]. Per la conduzione della guerra in Etiopia, fu definito criminale di guerra dalla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra[2].
Durante la seconda guerra mondiale divenne comandante superiore e governatore generale nella Libia italiana subentrando nella carica a Italo Balbo. Nella campagna del Nord Africa comandò l'esercito italiano durante l'invasione italiana dell'Egitto e l'operazione Compass, la quale portò ad una catastrofe militare segnata dalla sua totale disfatta strategica: le forze militari italiane, numericamente superiori di quattro volte a quelle britanniche ma inferiori in addestramento tattico e carenti in armamenti, veicoli, e unità di corpo, subirono una delle più grandi sconfitte della loro storia. Graziani giustificò la sua posizione descrivendo lo scontro tra italiani e britannici come "lotta della pulce contro l'elefante", per poi chiedere l'esonero dal suo incarico; Mussolini lo sostituì, attribuendogli la piena responsabilità della sconfitta e aprendo un'inchiesta sul suo operato.[3]
Dopo un periodo di ritiro accettò da Mussolini l'incarico, nell'allora constituendosi governo della Repubblica Sociale Italiana, di Ministro della difesa nazionale[4] (dal 6 gennaio 1944 Ministero delle forze armate[5]), che mantenne fino al crollo finale del 1945, prendendo parte alla lotta contro gli anglo-americani e nella repressione antipartigiana. Nel dopoguerra, a causa dell'uso di gas tossici e dei bombardamenti degli ospedali della Croce Rossa durante la guerra d'Etiopia, fu inserito dalla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra nella lista dei criminali di guerra su richiesta del governo etiope, ma non venne mai processato. La richiesta di estradizione presentata dall'Etiopia fu negata dall'Italia nel 1949.[6] Fu invece processato e condannato a 19 anni di carcere per collaborazionismo, anche se scontati quattro mesi fu scarcerato. Aderì quindi al Movimento Sociale Italiano, del quale divenne presidente onorario.[7]