Ronald Reagan | |
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Ritratto ufficiale, 1981 | |
40º Presidente degli Stati Uniti d'America | |
Durata mandato | 20 gennaio 1981 – 20 gennaio 1989 |
Vice presidente | George H. W. Bush |
Predecessore | Jimmy Carter |
Successore | George H. W. Bush |
33º Governatore della California | |
Durata mandato | 2 gennaio 1967 – 6 gennaio 1975 |
Predecessore | Pat Brown |
Successore | Jerry Brown |
Presidente della Screen Actors Guild | |
Durata mandato | 17 novembre 1947 – 9 novembre 1952 |
Predecessore | Robert Montgomery |
Successore | Walter Pidgeon |
Durata mandato | 16 novembre 1959 – 12 giugno 1960 |
Predecessore | Howard Keel |
Successore | George Chandler |
Dati generali | |
Partito politico | Democratico (1932–1962) Repubblicano (1962–2004) |
Titolo di studio | Laurea in economia e sociologia |
Università | Eureka College |
Professione | Politico, sindacalista, attore, scrittore |
Firma |
Ronald Wilson Reagan (Tampico, 6 febbraio 1911 – Los Angeles, 5 giugno 2004) è stato un politico, sindacalista e attore statunitense, 40º presidente degli Stati Uniti d'America dal 1981 al 1989.
Il suo stile oratorio persuasivo gli fece guadagnare la fama di grande comunicatore. Prima di entrare in politica fu un attore cinematografico e fu a capo della Screen Actors Guild. Negli anni quaranta aderì al Partito Democratico, ma passò ai Repubblicani negli anni sessanta. Fu governatore della California per due mandati. Dopo la sconfitta di Barry Goldwater alle presidenziali del 1964 Reagan divenne la figura più importante del movimento conservatore degli USA. Nel 1976 tentò - senza successo - di candidarsi alla presidenza. Nel 1980 il malessere economico nazionale spinse la Convenzione Repubblicana, riunita a Detroit, a candidarlo alla Casa Bianca. Alle presidenziali del 1980 sconfisse nettamente il presidente in carica Jimmy Carter, staccandolo di 8 milioni di voti e ben 440 Grandi Elettori. Sulla spinta del suo successo, in quella stessa tornata elettorale il Partito Repubblicano conquistò il controllo del Senato per la prima volta dopo 26 anni e riuscì a ridurre la maggioranza democratica alla Camera dei Rappresentanti. Da allora, la politica economica e quella estera di Reagan hanno formato la base del movimento conservatore statunitense.
La sua politica economica basata sull'offerta (supply-side economics o anche Reaganomics) fu caratterizzata dal taglio del 25% dell'imposta sul reddito, dalla riduzione dei tassi d'interesse, dall'aumento delle spese militari e anche del deficit e del debito pubblico. Dopo una recessione nel biennio tra il 1981 e il 1982, l'economia statunitense iniziò una rapida ripresa nel 1983.
Reagan e il suo Vice Presidente George H. W. Bush vennero rieletti nel 1984, sconfiggendo il rivale, il Democratico Walter Mondale, in ben 49 Stati su 50 e stabilendo un nuovo record nelle statistiche elettorali degli Stati Uniti d'America. In altri argomenti di politica interna non riuscì a cambiare in maniera significativa le politiche riguardanti l'assistenza pubblica e l'aborto. Spostò comunque a destra l'asse del sistema giudiziario federale, nominando giudici conservatori alla Corte suprema e alle corti inferiori.
Dal punto di vista degli affari internazionali rialzò il livello della sfida tecnologica e militare all'Unione Sovietica. Simbolo della volontà di vincere la contrapposizione con il tradizionale avversario della guerra fredda fu la Strategic Defense Initiative (spesso indicata con il termine di Guerre stellari, in riferimento alla celebre saga cinematografica di fantascienza). Nella seconda metà degli anni ottanta, Reagan negoziò con il nuovo segretario generale del PCUS Michail Gorbačëv grandi riduzioni degli armamenti atomici, inaugurando quella che parve essere una nuova era di pace nel mondo. A partire dal 1989, pochi mesi dopo l'insediamento alla Presidenza del successore George H. W. Bush - già vicepresidente con Reagan - l'Unione Sovietica iniziò a collassare. Gli Stati Uniti d'America rimasero così l'unica superpotenza mondiale. Tra gli storici, peraltro, esistono varie scuole di pensiero: qualcuno di loro considera Reagan uno dei maggiori artefici del collasso dell'Unione Sovietica nel 1991,[1] mentre per altri il crollo sovietico era inevitabile e Reagan lo avrebbe solo anticipato.[2] Ad ogni modo, l'approccio di Reagan alla politica estera, pur molto controverso durante gli anni della sua presidenza, a posteriori contribuì a ristabilire il ruolo primario degli Stati Uniti d'America nel mondo.
Rivoluzionò le strategie di marketing politico, proponendosi come uomo nuovo, cittadino tra i cittadini, vicino alla gente. Enfatizzò il suo scetticismo riguardo alla capacità del governo federale di risolvere i problemi, soprattutto economici. La sua soluzione fu di ritirare l'impegno governativo a controllare e pianificare l'economia, riducendo le imposte e le regolamentazioni, per consentire alle forze del libero mercato di autoregolarsi. Durante la cerimonia d'insediamento espresse le sue concezioni economiche con questa formula: "Il governo non è la soluzione del nostro problema, il governo è il problema".
La sua abilità di passare attraverso momenti economici negativi, sconfitte nelle votazioni del Congresso, crisi internazionali e scandali conservando tassi d'approvazione relativamente alti gli procurò l'appellativo di "Presidente al Teflon".[3] Insieme a Margaret Thatcher, è ritenuto generalmente il più grande politico conservatore degli anni ottanta. Dopo avere sofferto per molti anni della malattia di Alzheimer, morì il 5 giugno 2004 nel quartiere di Bel Air a Los Angeles.