Stazioni dell'arte | |
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Cartina della metropolitana di Napoli. Le stazioni dell'arte sono le seguenti: | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Napoli |
Caratteristiche | |
Tipo | Arte |
Istituzione | 2001 |
Apertura | 2001 |
Sito web | |
Le stazioni dell'arte[1] sono un complesso artistico-funzionale, composto da venti fermate della metropolitana di Napoli, in cui è stata prestata particolare attenzione a rendere gli ambienti belli, confortevoli ed efficienti.
La finalità principale è di combinare la fruizione del trasporto pubblico con l'esposizione degli utenti all'arte contemporanea, allo scopo di favorirne la conoscenza e diffusione. La finalità secondaria è di riqualificare vaste aree del tessuto urbano[2] e fungere da elemento motore per la realizzazione di nuove costruzioni che assumano il ruolo di luoghi focali della città di Napoli.[3]
Le stazioni, distribuite lungo le tratte di linea 1, 6 e 11 della rete, accolgono circa duecento opere d'arte realizzate da più di novanta autori di fama internazionale[1] e da alcuni giovani architetti locali, elemento, questo, distintivo dell'intervento urbanistico-funzionale che ha avuto la diretta conseguenza di combinare nelle stazioni differenti stili artistici.[4][5] Tale complesso urbanistico, tuttora in fase di espansione attraverso la costruzione di nuove stazioni, ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale. In particolare, il 30 novembre 2012, la stazione Toledo è stata premiata come la più impressionante d'Europa dal quotidiano The Daily Telegraph, mentre quella di Materdei è risultata al 13º posto.[6] Il 4 febbraio 2014 la CNN ha eletto la stazione Toledo come la seconda più bella d'Europa[7].
Le stazioni dell'arte nascono da un progetto elaborato nel 1995 dal comune di Napoli nell'ambito della costruzione e del potenziamento del proprio sistema di trasporto sotterraneo.[1] Successivamente, con una delibera del 19 maggio 2006 (numero 637),[8] la regione Campania ha emanato linee guida da applicare per la progettazione e la costruzione di alcune stazioni della metropolitana napoletana (concepite, come già accennato, non solo come luogo di transito ma anche alla fruizione dell'arte), dando origine al processo che prosegue tuttora.[9]