BioArte è una pratica artistica in cui gli artisti lavorano con la biologia, tessuti vivi, batteri, organismi viventi e processi vitali. Utilizzando processi e pratiche scientifiche come la biologia e le pratiche delle scienze della vita, microscopia, e biotecnologia (includendo tecnologie come ingegneria genetica, coltura di tessuti e clonazione), le opere d'arte sono prodotte in laboratori, gallerie o studi degli artisti. L'ambito del BioArt è considerato da alcuni artisti strettamente limitato a "forme viventi", mentre altri artisti includono arte che utilizza le immagini della medicina contemporanea e della ricerca biologica, o richiedono che affronti una controversia o un punto cieco posto dal carattere stesso delle scienze della vita.[1]
Il bioarte è un movimento di arte contemporanea, che prende come medium le risorse plastiche offerte dalle biotecnologie[2]. Coltura di tessuti vivi (Arte orientata all'oggetto), modificazioni genetiche (Eduardo Kac), morfologiche (Marta de Menezes), costruzioni analitiche e biomeccaniche (Symbiotica)[3], e la fusione della Biologia e dell'informatica (Amy Karle)[4][5]. Queste sperimentazioni sono a volte in relazione con il proprio corpo dell'artista (Orlan, Stelarc)[6][7].
La creazione di esseri viventi e lo studio delle scienze biologiche portano con sé questioni etiche, sociali ed estetiche. All'interno del Bio Art esiste un dibattito su se ogni forma di coinvolgimento artistico con le bioscienze e le loro conseguenze sociali (ad esempio, sotto forma di immagini provenienti dalla medicina) debba essere vista come parte del movimento artistico, o se solo quelle opere d'arte, che sono state create in laboratorio, vengono classificate come arte organica.[8][9]