Charles de Gaulle | |
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Charles de Gaulle nel 1963 | |
18º Presidente della Repubblica francese[1] | |
Durata mandato | 8 gennaio 1959 – 28 aprile 1969 |
Capo del governo | Michel Debré Georges Pompidou Maurice Couve de Murville |
Predecessore | René Coty (IV Repubblica) |
Successore | Georges Pompidou |
Membro del Consiglio costituzionale | |
Durata mandato | 28 aprile 1969 – 9 novembre 1970 |
Predecessore | carica istituita |
Presidente del Consiglio dei ministri | |
Durata mandato | 1º giugno 1958 – 8 gennaio 1959 |
Presidente | René Coty |
Predecessore | Pierre Pflimlin |
Successore | Michel Debré (primo ministro) |
Ministro della difesa nazionale | |
Durata mandato | 1º giugno 1958 – 8 gennaio 1959 |
Presidente | René Coty |
Capo del governo | Sé stesso |
Predecessore | Pierre de Chevigné |
Successore | Pierre Guillaumat |
Presidente del Governo provvisorio della Repubblica francese[2] | |
Durata mandato | 3 giugno 1944 – 20 gennaio 1946 |
Presidente | Sé stesso |
Predecessore | Philippe Pétain Pierre Laval (Governo di Vichy) Sé stesso (CFLN) |
Successore | Félix Gouin |
Presidente del Comitato francese di Liberazione nazionale | |
Durata mandato | 3 giugno 1943 – 3 giugno 1944 |
Presidente | Sé stesso |
Predecessore | Henri Giraud (comandante in capo francese civile e militare) Sé stesso (France libre/CND) |
Successore | Sé stesso (GPRF) |
Presidente del Comitato nazionale francese | |
Durata mandato | 24 settembre 1941 – 3 giugno 1943 |
Capo di Stato | Sé stesso |
Predecessore | Sé stesso (CDI) |
Successore | Sé stesso (CFLN) |
Capo del Consiglio di difesa dell'Impero | |
Durata mandato | 11 luglio 1940 – 24 settembre 1941 |
Presidente | Sé stesso |
Predecessore | Albert Lebrun Philippe Pétain (III Repubblica) |
Successore | Sé stesso (CND) |
Leader della France libre | |
Durata mandato | 18 giugno 1940 – 3 giugno 1943 |
Predecessore | carica istituita |
Successore | Sé stesso (CFLN) |
Sottosegretario di Stato alla guerra e alla difesa nazionale | |
Durata mandato | 6 giugno 1940 – 16 giugno 1940 |
Presidente | Albert Lebrun |
Capo del governo | Paul Reynaud |
Predecessore | Hippolyte Ducos |
Successore | carica abolita |
Dati generali | |
Partito politico | RPF (1947-1955)[3] |
Università | ESM Saint-Cyr |
Professione | Militare, scrittore |
Firma |
Charles de Gaulle d'Andorra | |
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Coprincipe di Andorra | |
In carica | 3 giugno 1944 – 20 gennaio 1946 |
Predecessore | Philippe Pétain |
Successore | Félix Gouin |
Coprincipe di Andorra | |
In carica | 8 gennaio 1959 – 28 aprile 1969 |
Predecessore | René Coty |
Successore | Georges Pompidou |
Trattamento | Sua Eccellenza |
Nascita | Lilla, 22 novembre 1890 |
Morte | Colombey-les-Deux-Églises, 9 novembre 1970 (79 anni) |
Luogo di sepoltura | Cimitero parrocchiale di Colombey-les-Deux-Églises |
Casa reale | De Gaulle |
Padre | Henri de Gaulle |
Madre | Jeanne Maillot |
Consorte | Yvonne de Gaulle |
Figli | Philippe de Gaulle Élisabeth de Gaulle Anne de Gaulle |
Religione | Cattolicesimo |
Firma |
«Il y a un pacte vingt fois séculaire entre la grandeur de la France et la liberté du monde.»
«C'è un patto di duemila anni tra la grandezza della Francia e la libertà del mondo.»
Charles André Joseph Marie de Gaulle, comunemente chiamato il Generale de Gaulle (Lilla, 22 novembre 1890 – Colombey-les-Deux-Églises, 9 novembre 1970), è stato un generale e politico francese.
) (Fu capo della Francia libera, poi dirigente del Comitato francese di Liberazione nazionale durante la seconda guerra mondiale, presidente del Governo provvisorio della Repubblica francese dal 1944 al 1946, Presidente del Consiglio dei ministri francese dal 1958 al 1959, creatore della V Repubblica fondata nel 1958, Presidente della Repubblica francese dall'8 gennaio 1959 al 28 aprile 1969. È stato il primo Presidente della quinta Repubblica francese e protocanonico d'onore della Basilica di San Giovanni in Laterano. Cresciuto in una cultura di grandezza nazionale, Charles de Gaulle scelse la carriera di ufficiale. Venne fatto prigioniero durante la prima guerra mondiale. Collaborò con l'entourage di Philippe Pétain e insistette per l'uso delle divisioni di blindati nella guerra contemporanea, scrivendo a diverse personalità politiche. Nel maggio 1940 era a capo di una divisione blindata e condusse diversi contrattacchi durante la battaglia di Francia; fu promosso generale di brigata a titolo temporaneo il 25 maggio 1940. Venne nominato Sottosegretario di Stato alla Difesa nazionale e alla Guerra nel governo Reynaud, durante l'esodo del 1940.
Rifiutò l'armistizio chiesto da Pétain alla Germania nazista. Da Londra lanciò, attraverso la BBC, l'appello del 18 giugno al popolo francese alla resistenza e a raggiungerlo nelle Forze francesi libere. Condannato a morte e privato della nazionalità francese dal regime di Vichy, volle incarnare la legittimità della Francia ed essere riconosciuto come tale degli Alleati. Controllando solamente qualche colonia, ma riconosciuto dalla Resistenza francese, egli unì, nel 1943, la Francia libera all'interno del Comitato francese di Liberazione nazionale, del quale prese la direzione, e condusse il paese alla Liberazione. Favorevole a un potere esecutivo forte, si oppose ai progetti parlamentari dei partiti e si dimise nel 1946. Fondò il Rassemblement du peuple français (RPF), ma il suo rifiuto di ogni compromesso con il «regime dei partiti» lo isolò in una «traversata del deserto» lontano da ogni responsabilità.
De Gaulle fu richiamato al potere nella crisi del 13 maggio 1958, durante la guerra d'Algeria. Nominato presidente del Consiglio dei ministri, fece approvare la Quinta Repubblica francese con un referendum. Eletto presidente della Repubblica, egli volle una «politica di grandezza» della Francia. Consolidò le istituzioni, la moneta (nuovo franco) e diede un ruolo di terza via economica a uno Stato pianificatore e modernizzatore dell'industria, avviando i "Trente Glorieuses" anni di boom economico. Rinunciò progressivamente all'Algeria francese, malgrado l'opposizione dei pieds-noirs (cittadini francesi nati in Nordafrica) e dei militari, che avevano favorito il suo ritorno. Decolonizzò anche l'Africa nera, ma vi mantenne l'influenza francese. De Gaulle era per l'«indipendenza nazionale» in rottura con il federalismo europeo e la divisione di Jalta: egli immaginava dunque una «Europa delle Nazioni» basata sulla riconciliazione franco-tedesca che sarebbe andata «dall'Atlantico agli Urali»; realizzò la forza di dissuasione nucleare francese, ritirò la Francia dal comando militare della NATO, pose un veto all'ingresso del Regno Unito nella Comunità Europea, sostenne il «Québec libero», condannò la guerra del Vietnam e riconobbe la Cina comunista.
La sua visione del potere, cioè di un capo approvato direttamente dalla Nazione, lo oppose ai partiti comunisti, socialisti, centristi pro-europei e di estrema destra. Essi criticavano uno stile di governo troppo personale, quasi un «colpo di Stato permanente», secondo la formula di François Mitterrand[4], contro il quale de Gaulle venne rieletto nel 1965 al suffragio universale diretto. Superò la crisi del maggio 1968 dopo aver dato l'impressione di volersi ritirare, sciogliendo l'Assemblée nationale e convocando delle elezioni anticipate; i partiti gollisti e di sostegno a de Gaulle ottennero una maggioranza schiacciante: 394 seggi su 487. Ma nel 1969 egli sottomise il suo mandato al risultato del referendum sulla riforma del Senato e la regionalizzazione e si dimise dopo la vittoria del «no». Si ritirò nella sua proprietà à Colombey-les-Deux-Églises, dove morì 18 mesi più tardi.
Charles de Gaulle, considerato come uno dei politici francesi più influenti del suo secolo, fu anche uno scrittore di talento. In particolare lasciò le sue Mémoires de guerre[5], nelle quali affermò essersi sempre «fatto una certa idea della Francia», giudicando che «la Francia non può essere la Francia senza la grandezza».